Festa Nazionale del Pomodoro

A pochi giorni dal Pizza Margherita Day, è arrivata anche la Giornata Nazionale del Pomodoro, elemento essenziale nella preparazione della pizza italiana per eccellenza; Sua Maestà La MARGHERITA, ma non solo per questa, dove ovviamente viene utilizzato fin da subito per le prime farciture di pizze vedi per la Marinara, Napoletana, etc…

così come in tantissime altre preparazione della cucina italiana ed internazionale.

Ma è proprio l’Italia che la festeggia e la celebra nella giornata del 15 di Giugno di ogni anno a partire dal 2006, anno in cui i consumatori sono più tutelati grazie alle nuove disposizioni sull’etichettatura della passata di pomodoro che, dal 15 giugno dello stesso anno, dovrà indicare obbligatoriamente anche “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato”.

In tale giornata entra infatti in vigore il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali del 17 febbraio 2006 “Passata di pomodoro. Origine del pomodoro fresco”.

Tale decreto prevede che nell’etichettatura della passata di pomodoro il riferimento alla zona di coltivazione possa essere realizzato indicando:
a) la zona effettiva di coltivazione del pomodoro fresco coincidente con la Regione oppure;
b) lo Stato ove il pomodoro fresco è stato coltivato.

Per far conoscere ai cittadini-consumatori il provvedimento sull’etichettatura di origine obbligatoria della passata, sostenuto da Coldiretti un milione di firme, l’associazione dei coltivatori promuove oggi in tutta Italia la “Giornata nazionale del pomodoro italiano”.

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“I consumatori – precisa la Coldiretti – potranno riconoscere da subito la passata prodotta esclusivamente da pomodoro italiano, grazie alle nuove etichette e ai bollini adottati da diverse aziende (“100% italiano”, “solo pomodoro italiano”, o “tutto pomodoro italiano”). Il nuovo provvedimento […] completa la precedente normativa [ndr. Decreto del Ministero delle Attività Produttive del 23 Settembre 2005 – Definizione di passata di pomodoro] che prevede che la vera passata Made in Italy debba essere ottenuta solo direttamente da pomodoro fresco con l’eventuale aggiunta di spezie, erbe, piante aromatiche e sale, ma con una presenza di bucce e semi non superiore al 4% del prodotto finito.”

“Si tratta di una garanzia di trasparenza per il mercato che consente di effettuare scelte di acquisto consapevoli ed evitare che venga spacciato come Made in Italy pomodoro coltivato all’estero. – sottolinea la Coldiretti – Un rischio che proviene soprattutto dalla Cina che ha esportato in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “mischiato” con quello italiano. […]


Con la nuova normativa si stringono le maglie della legislazione a tutela del mercato nei confronti di truffe, contraffazioni ma anche da problemi per la salute perché si tratta di un prodotto trasportato per migliaia di chilometri da un Paese con regole sanitarie profondamente diverse da quelle nazionali.”

Il Pomodoro è il filo rosso della cucina italiana fra pizza, pasta e sapore

Un alimento che ricorre in tutte le cucine regionali e che ha permesso in primis il successo della pizza in tutto il mondo.

Non esiste Italia senza pomodoro. E poco importa che la liaison sia tutto sommato recente e importata dall’America. Possiamo dirlo senza vanterie: dopo un viaggio lungo migliaia di miglia, è nella Penisola che il pomodoro ha trovato la sua patria d’elezione. A testimoniarlo sono tanto la tradizione quanto le più ardite sperimentazioni gastronomiche: dai piatti dei grandi chef a quelli delle mamme e delle nonne, da nord a sud della Penisola, il pomodoro è la base della dieta mediterranea che accomuna tutto il Paese. Non sorprende, quindi, che la Giornata Nazionale dedicata a questo alimento ogni 15 giugno sia un inno all’unità, almeno a tavola.

Ma quanti tipi di pomodori coltiviamo in Italia?

(Dati Novembre 2020):

In Italia ci sono circa 64mila ettari dedicati alla coltivazione del pomodoro (+6% rispetto al 2018), per un totale di circa 5 milioni di tonnellate di pomodori trasformati. Oggi il nostro Paese è leader nella produzione di conserve e trasformati di pomodoro: il 13% dell’intera produzione mondiale proviene dall’Italia, e all’interno dell’Europa la metà circa della produzione è Made in Italy.

Dei 3 miliardi di euro di fatturato generati nel comparto del pomodoro trasformato ben 2 miliardi arrivano dalle esportazioni, con vendite oltreconfine sul mercato europeo per il 68%, in Asia per il 10%, in America per il 9%, in Africa per il 9% e in Oceania per il 4%.

Il 2019, peraltro, è stato un anno particolarmente positivo per il settore, non solo in Italia. Nel 2019, infatti, la produzione mondiale di pomodori è aumentata del 7% (raggiungendo quota 37 milioni di tonnellate di trasformato), con una crescita del 9% nell’intera Europa e un +15% in Spagna.

Ma non immagini nemmeno la varietà di pomodori che crescono in Italia oggi. Abbiamo addirittura un museo dedicato al nostro re della tavola, che si trova a Collecchio. Quindi non ti resta che immergerti in questo mondo così “succoso” e scoprire tutte le varietà dei pomodori nostrani.

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Le varietà di pomodoro

1.Il pomodoro San Marzano

2.Pomodorino del Piennolo del Vesuvio

3.Pomodorino sannita

4.Pomodorino datterino

5.Pomodoro ciliegino

6.Pomodoro a grappolo

7.Pomodoro costoluto

8.Il pomodorino di Manduria

9.Pomodori a pizzo

10.La Regina di Torre Canne

11.Pomodoro cuore di bue

12.Il giallorosso di Crispiano

13.Il Camone di Sardegna

14.Il pomodoro di Belmonte

15.Il Canestrino di Lucca

16.Il Fiaschetto di Torre Guaceto

(In questo link, puoi trovare le descrizioni di tutte le varie tipologie sopra menzionate)

Quello di cui voglio scriverti io in questo articolo invece è il “Pera d’Abruzzo” per cortesia assolutamente da non confondere con il frutto, di cui avevo già scritto nel mio sito/blog personale nicolasalvatore.com !!

UNA VARIETA’ ANTICA E SPECIALE DA SEMPRE USATA DALLE FAMIGLIE ABRUZZESI

Anche se la Giornata Nazionale è il15 Giugno, il mese che tutte le famiglie abruzzesi associano ai pomodori è Agosoto !

Tutto merito della tradizione che, tutti gli anni, vuole si produca la Passata di Pomodoro Pera d’Abruzzo in casa. E’ un momento di lavoro ma anche di aggregazione familiare dove si scherza, si raccontano storie dal passato e si affronta il tema passata con estrema serietà e perizia.

Ogni casa in campagna ha il suo orto dove vengono regolarmente piantati i pomodori che diventeranno “buttije”, termine dialettale che indica le bottiglie di passata.

Ma perchè scegliere proprio il Pomodoro Pera d’Abruzzo? Perchè non utilizzare i più comuni San Marzano o Romanelli?

Perchè il Pomodoro Pera d’Abruzzo è da sempre apprezzato per la poca presenza di semi e l’abbondante polpa che lo rendono ideale per la passata. Inoltre, il suo gusto dolce e vellutato lo rende davvero inimitabile per una passata eccellente, nettamente superiore a quelle commerciali.

Questo pomodoro, originario delle Americhe, è giunto in Europa nella prima metà del ‘500 e testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al 1544 circa. Il pomme d’amour (pomo d’amore), come lo ribattezzarono i francesi, ha rappresentato per l’Abruzzo un valore inestimabile, fiore all’occhiello delle popolazioni.

In particolare il pomodoro a pera francavillese che, dopo aver retto l’economia per secoli, si arrese alla globalizzazione intorno alla fine degli anni ’70, che lo fece scomparire dalle tavole dei consumatori facendo inoltre perdere le tracce delle caratteristiche genetiche originali, a favore di varietà ibride più resistenti.

Con un progetto regionale durato vent’anni, il cui passo iniziale fu la ricerca del seme originario non ibridato bensì maturo, si è ottenuto nuovamente il pomodoro originale.

L’ecotipo di Pomodoro locale abruzzese era infatti affetto da grossolani difetti, quali suberificazioni stilari delle bacche, palchi fruttiferi poco fertili e tra loro molto distanti, elevata suscettibilità a fisio-fitopatie e scarsa fogliosità. Tali difetti ne avevano ridotto la coltivazione ai soli usi familiari.

Nel 2013, la Pera d’Abruzzo, è stata iscritta nel registro nazionale delle nuove varietà del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali col Codice SIAN 3339.

Nei 5 anni di studio, attraverso selezioni ricorrenti ed incroci intervarietali, si è giunti all’ottenimento di una nuova varietà molto rustica contraddistinta da sviluppo indeterminato della pianta, da ottima copertura fogliare, da palchi fiorali ravvicinati e molto fertili, da elevata produttività, da ottima uniformità di forma e pezzatura dei frutti caratterizzati a loro volta da un elevato spessore del mesocarpo e soprattutto inalterati nelle proprietà organolettiche rispetto alla popolazione di origine (fig. 2 – 3).

La nuova varietà, iscritta al RNV è stata denominata Saab-Cra (Sapore Antico Abruzzo).

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